Stasera nella trasmissione di Cruciani “La zanzara” è andata in onda l’ennesima bagarre che ha visto l’ attivista LGBT Clizia De Rossi scontrarsi duramente con il provocatorio conduttore in merito all’argomento più dibattuto degli ultimi giorni: il ddl Zan. L’ormai celebre disegno di legge del deputato Pd prevede un’ estensione dei cosiddetti reati d’odio già presenti nella Legge Mancino del 1993, aggiungendo alle discriminazioni razziali, etniche e religiose, anche quelle per il sesso, il genere, l’orientamento sessuale, l’identità di genere e la disabilità. Quando però il giornalista romano ha iniziato a sciorinare i soliti slogan qualunquisti su cui fanno leva le compagini destroidi del nostro Parlamento (avallate dalla Santa Sede) per affossare la legge, è bastato un niente per innescare il solito tafferuglio targato trash! “Perché vuoi questa legge che impedisce la libertà di espressione? Tu non sei mai stata discriminata e comunque non cambierebbe le cose!…E allora i ciccioni?…E poi i bambini e le scuole vanno lasciati fuori…”.
A queste provocazioni sbraitate senza un nesso logico nel parapiglia generale, la soubrette fiorentina ha prontamente risposto facendo presente che “la legge è fondamentale per aiutare tutte quelle persone appartenenti alla comunità LGBT che vengono quotidianamente discriminate anche nelle piccole cose, basti pensare che ogni mese nel nostro Paese si registrano episodi di violenza o addirittura di morte, come quello del povero ragazzo torinese suicidatosi pochi giorni fa…Anche per questo è necessaria l’istituzione della giornata nazionale in memoria delle vittime di crimini d’odio prevista dall’ articolo 7 della legge Zan, perché i bambini siano educati già alle elementari e alle medie alla tolleranza, alla pluralità dell’amore e alle tante forme di normalità, senza doversi vergognare un giorno di vivere liberamente la propria sessualità, quale essa sia”.
Sarebbe infine opportuno ricordare a Giuseppe Cruciani e a tutti i vigliacchi che si nascondono dietro la ridicola scusa dell’ eventuale perdita di libertà di pensiero e di espressione, che l’articolo 4 di questa legge rimarca l’inviolabilità e la legittimità del pluralismo soggettivo di idee e azioni “purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”, ciò significa che chiunque, nella sua ignoranza, potrà continuare liberamente ad avere qualsiasi opinione in merito alle categorie sopra elencate, purché ovviamente tale opinione non diventi causa scatenante di episodi di discriminazioni o violenze ai danni di persone innocenti che, in fondo, chiedono solamente di essere e amare chi vogliono.