Covid, Fabrizio Marrazzo (Partito Gay): “A rischio sono i comportamenti, non gli omosessuali. Da Asl ennesima discriminazione medica per Lgbt+”
di Viola Giannoli – La Repubblica
“A rischio non sono gli omosessuali, ma i comportamenti”. Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay per i diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale, risponde al telefono incredulo per il modulo della Asl 5 di La Spezia dedicata alla vaccinazione anti-Covid. Su quella tabella si legge che tra i “soggetti con comportamenti a rischio” ci sono anche gli omosessuali.
Marrazzo, siamo davanti a un pregiudizio discriminatorio?
“Certamente. Esistono ancora forti pregiudizi da parte di chi confonde i comportamenti a rischio con le categorie. Gli omosessuali non sono una categoria a rischio. Sono fatti ancor più gravi quando ad avere i pregiudizi sono i medici”.

Le persone omosessuali come presunti soggetti con comportamenti a rischio compaiono anche nelle specifiche funzionali dell’Anagrafe Nazionale Vaccini, pubblicata pochi giorni fa dal ministero della Salute.
“Ancora peggio! Questo dimostra l’impreparazione anche del ministero stesso”.
Il direttore della Asl di La Spezia ha ammesso l’errore spiegando, prima di conoscere l’origine ministeriale, che si trattava forse di un copia-incolla di un vecchio documento.
“Sarà pure un retaggio del passato, ma quelle categorie risalgono agli anni ’90. Sono passati trent’anni da allora! Significa che chi ha scritto o copiato quella roba è indietro di oltre trent’anni. Manca del tutto la consapevolezza dell’omosessualità”.
Il documento sarà ritirato e il governatore ligure Giovanni Toti ha assicurato che verrà avviata una indagine sui responsabili di un errore inaccettabile. Lei cosa chiede?
“Chiediamo al ministro della Salute Roberto Speranza e a chi gli succederà di avviare ispezioni in quella Asl e in ogni ospedale. C’è bisogno, inoltre, di una legge che tuteli le persone Lgbt+ affinché non ci siano discriminazioni nelle cure, prevedendo sanzioni per i comportamenti penalizzanti e promuovendo una formazione e una informazione obbligatoria per tutto il personale medico e sanitario. Ogni giorno noi subiamo discriminazioni in ambito ospedaliero”.
Discriminazioni di che tipo?
“Ad esempio, in molti centri di donazione del sangue le persone omosessuali vengono rifiutate perché ancora classificate proprio come categorie a rischio. Oppure alle persone trans accade che al pronto soccorso alcuni dottori oppongano resistenza alle cure di prima necessità. O ancora che, nonostante le disposizioni date dall’Aifa a ottobre 2020 sulla gratuità delle terapie ormonali per le persone trans, alcune Regioni non si siano adeguate. Proprio ieri ho saputo di qualcuno che ha dovuto pagare 316 euro di tasca propria. Non c’è solo il modulo della Asl di La Spezia a discriminarci”.