Durante un viaggio in Germania fui aggredita da mio marito in preda ad una crisi etilica. Era il ’96, ma se ci penso mi vengono ancora i brividi perché rischiai di rimanere sfigurata. Mi salvai scappando dalla camera dell’hotel e correndo seminuda per chiedere aiuto.In Austria fu perfino peggio.
Francesca Berger – moglie di Helmut Berger e superba giornalista, nonchè scrittrice e regista teatrale – dopo molti anni arriva a fare questa confessione. Ma partiamo dall’inizio, e cioè da quando Francesca spiazzò tutti esordendo con queste parole: “Helmut è uno dei più grandi artisti viventi”.
La sua ammirazione verso l’Helmut Berger personaggio non è poi così diversa da quella della stampa inglese che lo definì Il più bello del mondo, ed ella non dissente nemmeno dal parere di personaggi come Quentin Tarantino ed Andy Warhol che, su di lui, dissero: “È il più grande attore vivente”; più ombre che luci, ma quando la si invita a parlare del Berger marito si adombra:
Fino ad oggi ho custodito gelosamente i retroscena della nostra vita coniugale, ma ho capito che la discrezione non paga, e me lo ricorda lui medesimo quando ricambia i miei silenzi con le più disonorevoli diffamazioni.
A dire del marito, Francesca sarebbe una ladra che l’ha ridotto al vagabondaggio, ma risulterebbe ben altro: le deve alimenti per un ammontare di circa 650mila euro.
Ecco perché si è fatto immortalare sulle panchine come un barbone. Dato che è così povero mi piacerebbe domandargli come giustifica le foto delle vacanze a Ibiza e Gstaad in compagnia di Vittorio Emanuele di Savoia? È ora che capisca che la “ragazza del sud”, come era solito chiamarmi per porre l’accento sulla mia ingenuità di fanciulla meridionale, è cresciuta.
Il racconto del loro primo incontro incuriosisce non poco…
Ci siamo conosciuti al Jackie O’ nel 1978. Quella sera entrò come il dio Apollo e, dopo avermi puntata, venne nella mia direzione invitandomi a ballare. La sua classe aristocratica esercitava un magnetismo incredibile, fu per questo che me ne innamorai, ma quando mi dissero che era gay infransero l’incanto. Una notte condividemmo il letto in un residence e, svegliandomi, me lo ritrovai addosso, capìi allora che le chiacchiere sul suo conto erano vere solo in parte.
Francesca racconta di come Berger, a detta di molti, vivesse liberamente una sessualità che lo portò a concedersi le trasgressioni più spinte, tra orge e promiscuità. La sua disinibizione l’avrebbe indotto perfino ad intrattenere rapporti carnali con la colf che l’ha cresciuto e che lui, nel presentarla, definiva una seconda madre.
Quando lo seppi era il 1987, e per poco non svenni. A raccontarcelo fu la colf stessa: si trovavano a Parigi, in casa del marito di Romy Schneider, ed Helmut la raggiunse in mansarda… Perpetuare quegli incontri ebbe conseguenze terribili visto il ruolo madre-figlio nel quale si identificavano: divenne una relazione tirannica in cui la donna, avendo un grande potere su di lui, estrinsecò il gusto perverso di ferirlo. Per non perdere la supremazia su Helmut ricorse all’occultismo.
È inevitabile domandarsi perché Francesca abbia deciso di convolare a nozze con un uomo così inquieto… Trascorsero sedici anni dalla loro conoscenza prima che accettasse di sposarlo, nel frattempo ebbe una relazione con Joao Batista da Silva, padre della figlia Salomè. Poi ebbe un legame stabile con Gerald Bruneau. Quando lo lasciò, Helmut le rivelò del rapporto poliamoroso avuto con lui e la moglie e non si fece scappare l’occasione per legarla definitivamente a sé.
Accettai di sposarlo perché in fondo, quella simbiosi che mi vincolava a lui, la sento pulsante perfino oggi.
Per convincerla a diventare sua moglie finse di aver smesso di bere, ma la messa in scena decadde la sera stessa delle nozze quando l’ubriachezza lo portò ad aggredire sua madre. Non fu l’unica occasione in cui diede il meglio di sé: durante una cena, con un uovo di struzzo, ruppe il labbro ad un noto giornalista.
Raccontando di Visconti, Francesca giunge ad uno dei temi più controversi attorno alla figura del marito: la relazione omosessuale con il suo pigmalione.
Helmut ebbe un legame di forte dipendenza da Visconti, ma tutti gli attori coinvolti nelle produzioni del regista sembrano marchiati a vita: ebbi una storia con Renato Salvatori, il quale manifestava la stessa subordinazione affettiva da Luchino. Se vuole sapere di più circa la passione tra Berger e Visconti, mi risulta che Helmut non sia stato il solo a condividere l’ alcova col regista, fu piuttosto l’unico ad esporsi tanto da rivelarlo. Uomini e donne che hanno lavorato con Visconti, per l’ idea che mi sono fatta, hanno “pagato il dazio”.
Helmut Berger, il Dorian Gray del cinema europeo, è oggi un uomo appesantito dagli anni e dagli eccessi, va da sé che gli si rimproveri di essere invecchiato male. Francesca, su questo tema dissente… per lei equivale ad un uomo di 300 anni e non può che rimanere estasiata dal modo in cui si porta i suoi tre secoli. Helmut non ha mai dormito, ha abusato di droghe, di sesso e di alcool; il vero traguardo, con simili presupposti, è riuscire ad invecchiare, non farlo per come il pubblico vorrebbe e quando si domanda a Francesca come lei possa avere quest’aspetto così giovanile con quello che ha passato si potrebbe pensare che fatto un patto col diavolo… “No, il diavolo l’ho sposato” è la risposta di Francesca.
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(Fonte: Fabrizio Barbuto)