Ogni volta che sento parlare di “poteri forti” in modo generico, penso all ignoranza di chi non è in grado di capire la realtà se non attraverso semplicistiche metafore colpevolizzatrici. Un tempo era tutta colpa della CIA e delle Multinazionali. Oggi il mondo è cambiato con i cinesi che detengono il debito americano e che si comprano l’Africa in silenzio e con il potere di chi siede su laghi di petrolio.

C’è ancora chi crede che vi siano oscuri figuri che cospirano dentro qualche grotta. Che esistano potenti lobbies non è un segreto, esistono cartelli che sanno riciclarsi e digerire ogni cambiamento sociale per far soldi. In questo contesto ritrovo molti adulti ignoranti, incoscienti che ricorrono ai social per denunciare e puntare il dito contro il popolo di giovani e giovanissimi di Greta che sarebbero in contraddizione perchè nati immerso nella tecnologia e nel consumismo (un consumismo toccato dalla crisi per vaste fasce di popolazione).
Questi critici della domenica spesso citano scienziati negazionisti verso l’evidente riscaldamento globale. La criticità va bene sempre ed’è noto che una tempesta solare possa vanificare tutti gli sforzi umani.
Appare comunque dirompente una mobilitazione mondiale inattesa, portatrice di un messaggio di unanimità e responsabilità per comportamenti più etici e rispettosi dell ambiente. Comportamenti che sottintendono minori sprechi che contrastano il bieco consumismo. Non si tratta tanto di difendere la natura ma di evitare di vivere in camere a gas e in ambienti inquinati, in una frenetica lotta e competizione basata sui consumi. Un dramma che ha portato molte megalopoli al collasso in particolare in Cina e non solo.

L’inquinamento si combatte responsabilizzando tutti a partire da chi produce senza scrupoli. Solo responsabilizzando in particolare i giovanissimi su questi temi si può avere speranza di evitare ad esempio che le spiagge del Ghana diventino un immondizaio mondiale di velenosi rifiuti informatici. In Italia a prestigiose eccellenze nella green economy si affiancano scempi dovuti all’abusivismo sulle coste e l inquinamento delle acque dei fiumi e delle falde. Un paese con tremendi ritardi nel gestire il ciclo dei rifiuti. In una realtà dove è sempre colpa dei politici o di qualcun altro ora c è un segno di speranza che parte dal basso che sicuramente lascerà un segno. Già da tempo c è chi specula sul bio e sul “salviamo la natura”: ma ciò non toglie che una massa di giovani si siano mobilitati scendendo nelle piazze di tutto il mondo su questi temi. Certo pieni di contraddizioni, di colore, di dubbi e per fortune anche di ironia e allegria, ma certamente ricorderanno sempre questa giornata mondiale e non solo sul piano emotivo.
Gli slogan lanciati da Greta non sono certo una novità. La novità è che il suo messaggio è stato coinvolgente in un mondo in cui la politica trova enormi difficoltà a fare breccia specie tra i più giovani. Una politica che spesso non sa andare oltre le prossime elezioni e non sa investire a lungo termine, pur di non essere impopolare, e che non sa più coinvolgere i più giovani.
In un mondo che pare sempre più privo di sogni e utopie nasce un nuovo pragmatismo esistenziale che non è onirismo sociale ma fonte di chiari segnali che potrebbero dare il via a svolte radicali fondamentali per il nostro futuro.

Qualche sviluppo si è registrato nell’accellerazione delle iniziative nel combattere la plastica e nell’incentivazione di un consumismo più sobrio ed etico. Non salveranno il mondo ma è bello vedere tanti giovani impegnati nelle pulizie di spiagge e parchi dai rifiuti.
Spesso la società è più avanti di quanto si aspettino i detentori del potere. Il decantato rispetto della natura implica scelte non facili che toccano forti interessi e che mettono in discussione il depredamento del mare e delle risorse, compreso lo sfruttamento degli esseri umani a livello globale. Oggi vanno imponendosi nuovi stili di consumo e di vita che prevedono uso collettivo di mezzi di trasporto, di case, di orti e giardini. Insomma che richiede più verde in un generale processo che punta a minori consumi energetici. Un nuovo indirizzo che si fa una risalta e non ne può più delle pacchianate ad alto consumo stile Emirati con piste da sci nel deserto.

Si tratta di processi complessi che poco hanno a che fare con le misere battute e chiavi di lettura dei tristi complottisti d oggi. Questo non significa che, nel confronto globale, anche alcune sparate complottistiche possano essere fonte di confronto, a meno che si tratti di mere fake news. Il sogno e l utopia sono chiavi del futuro. .
Oggi c è da interrogarsi su come sia possibile che vi siano ancora persone che i credano nelle becerate terrapiattiste o di diverse sette che continuano a proliferare sull’ignoranza di chi non ha mai letto un libro, nemmeno Pinocchio, e si gongola sulle sparate che abbondano sui social, senza mai interrogarsi sulle fonti. Fattore essenziale per ogni spirito critico.
Tornado al popolo di Greta, non saranno certo esperti quelli che protestano e che tanto puntano sulla centralità della scienza.
Per fortuna la scienza resta il regno della verifica e del confronto. Ma è certo che grazie a questa mobilitazione mondiale si è agevolata la diffusione di messaggi di condivisione e responsabilizzazione che offrono un terreno fertile per comportamenti etici concretamente rispettosi dell ambiente. Un fatto importante specie nel nostro Paese in cui le coste sono state depredate dall’abusivismo selvaggio e i fiumi sono spesso inquinati e dove si fa molta fatica a gestire l’ordinario ciclo dei rifiuti che soffocano intere metropoli per non parlare dell’enigma del destino delle scorie nucleari.

La verità è che i complottisti di oggi non mostrano più molta fantasia come un tempo e spesso risultano totalmente privi di quel supporto utopico precursore di tanti sogni e visioni futuristiche che animò quella fantascienza che anticipò tanti scenari futuri contribuendo a spingere la volontà di crescita e di speranza. Per questo le critiche dei complottisti ignoranti su una “Greta teleguidata” fanno sorridere sommerse da critiche. Una risata li seppellirà.