di Shirley Clarke (1967, 105 min – b / n )
Nella notte del 2 dicembre 1966 Shirley Clarke si riunì con una piccola troupe nel suo appartamento all’ultimo piano del celebre Chelsea Hotel per girare Portrait of Jason, “il film più straordinario che abbia visto in vita mia”, come dichiarò il regista Ingmar Bergman. Per due ore Jason Holliday, aspirante attore di cabaret gay nero, si confessa davanti alla macchina da presa ricordando l’educazione famigliare a Trenton, la vita di eroinomane, barista in un nightclub, prostituto e infine domestico in una casa di San Francisco, i trascorsi in carcere e negli ospedali psichiatrici… Quanto di vero c’è in ciò che Jason racconta e quanto di falso?
Con Portrait of Jason Shirley Clarke sovverte i confini tra cinema vérité, film documentario e opera di finzione, creando una delle opere più acclamate del cinema indipendente. Alla proiezione privata, organizzata prima del debutto al New York Film Festival del 1967, erano presenti i più importanti artisti d’avanguardia americani: Andy Warhol, D.A. Pennebaker, Allen Ginsberg, Arthur Miller, Robert Frank.
Jason è uno dei primi film LGBTQ ad essere stato accolto favorevolmente da un pubblico generalista. Nel 2015 è stato inserito nell’annuale classifica del National Film Registry per la sua “importanza culturale, storica ed estetica”.
Portrait of Jason è stato restaurato nel 2000 dal MoMA a partire da una copia 35mm. England’s Second Run ha distribuito il film in DVD nel 2005. Tuttavia, complesse ricerche d’archivio hanno dimostrato che il restauro era incompleto rispetto alla versione originale. Milestone Films si è quindi incaricata della ricerca di altre pellicole 16mm e grazie all’aiuto del Wisconsin Center for Film and Theater Research è stato possibile individuare, tra alcune scene tagliate, delle parti originali del film. Il nuovo restauro in 2k, completato nel 2012, è stato completato con la collaborazione dell’Academy Film Archive e di Modern Videofilm.