Il primo Pride di Novara del 26 maggio non dovrebbe essere una notizia eclatante eppure lo è diventata. Noi ci saremo per affermare che la Legge Cirinnà è stata una grande vittoria ma non è l’arrivo, solo una tappa. Ci saremo per chiedere il matrimonio egualitario in Italia, perché in ogni Paese europeo dopo le Unioni civili si son fatti passi avanti e non passi indietro. Ci saremo soprattutto perché Novara è guidata da un Sindaco leghista, Alessandro Canelli, che ha negato il patrocinio della Città alla manifestazione.
Abbiamo lottato 40 anni per ottenere il riconoscimento e il rispetto dei diritti delle persone omosessuali. Questo testimone ce lo hanno passato gli amici e compagni del FUORI, che nella Torino degli anni 1970 ci mettevano la faccia per alzare le bandiere dei diritti, prendendosi sputi e insulti da destra come da sinistra; ce lo hanno passato Marco Pannella, Adele Faccio e Adelaide Aglietta, con le loro lotte libertarie che hanno segnato questo Paese. Questo testimone di libertà lo vogliamo portare anche a Novara, dove è più che mai evidentemente la necessità di far sapere che non solo non chiniamo la testa ma, fieri delle nostre battaglie, andiamo avanti. Consapevoli come siamo che nessun diritto è acquisito per sempre e che occorrono passione e forza di volontà, impegno e anche un sorriso da regalare sfilando per una strada. Percorreremo le vie di Novara con i nostri striscioni e le nostre bandiere, per ribadire che con i Pride in Italia si è riusciti a far deflagrare una battaglia che era solo di una elite, facendo comprendere anche a chi non è omosessuale o transessuale che la violazione dei diritti di una parte rappresenta violazione dei diritti di tutti. I pride hanno rotto gli argini del perbenismo e del bigottismo.
Caro Sindaco, altro che “folklore controproducente”, di controproducente c’è chi, rappresentando le Istituzione, che sia il suo comune o la Regione Lombardia che pare negare il patrocinio alla manifestazione milanese, non comprende che le proprie idee non possono divenire legge per tutti, che i propri convincimenti personali e religiosi non possono essere scritti in norme che impongano comportamenti o scelte sessuali a tutti. Questo differenza uno Stato etico da uno Stato laico, utile ricordarlo proprio oggi quando c’è chi lo Stato etico lo evoca come qualcosa da conquistare. Noi abbiamo lottato, lottiamo e lotteremo per una Novara, un Piemonte, un’Italia, un’Europa, laiche, tolleranti, nonviolente, a difesa dei diritti e delle libere scelte di tutti. Anche delle sue libere scelte, caro Sindaco Canelli.
Igor Boni – Direzione nazionale Radicali Italiani