D: Cosa è successo Felisia, puoi raccontarci?

R: Giovedì 17 giornata mondiale contro l’omofobia, transfobia e bifobia eravamo in un locale a Bari, nel centro storico, quando a un certo punto sono stata aggredita da un ragazzo siciliano in erasmus che studia Bari; solo perché sono una transessuale.

D: Cosa pensi di quanto è successo?

R: Penso che nel 2018 non dovrebbero più esistere questi casi di aggressione, discriminazione, bullismo e violenza non solo nei confronti di gay, trans e lesbiche ma nei confronti di qualsiasi essere umano. Siamo in un mondo dove si vive e si lascia vivere senza nessun tipo di discriminazione. Siamo tutti figli di Dio e nessuno ha il diritto di giudicare altri o di aggredire.

D: Sei stata sostenuta dalle persone dopo l’incidente?

R: Assolutamente sì! Appena successo l’accaduto c’erano dei ragazzi di altre zone europee che mi hanno sostenuta dicendomi di stare calma, che non era successo nulla, che avevo e potevo contare sull’appoggio loro e soprattutto il proprietario del locale gentilissimo con la squadra dei buttafuori che mi ha prontamente difesa.

D: Le tue considerazioni sull’accaduto?

R: Penso che nel 2018 è veramente assurdo pensare che ci sia qualcuno che non regge l’alcol e pensa di prendersela con qualcuno gettando dell’acido in faccia o una bottiglia di vetro sul viso per divertimento. Credo che se quella sera non ci fossi stata io, che so difendermi pur essendo alta bella e prosperosa, ma ci fosse stato un ragazzo esile o una trans più pacata di me adesso non staremmo qui a raccontarlo ma saremmo qui a piangere il morto.

D: Hai avuto sostegno dalle associazioni a te vicine?

R: Ho avuto un sostegno morale, per quanto riguarda la comunità gay, da parte dell’organizzazione “Macumba” per cui ho lavorato per tanti anni come drag queen e vocalist da parte di Giorgio Olivieri, Andrea D’Ambrosio in arte Ravenna, da parte dell’Arcigay Bat (Michele Attolini) e da parte di Rosa Perrucci (MiXED lgbti) ma per quanto riguarda il MIT “Movimento Italiano Transessuale” posso dire che nessuno si è interessato al caso. Come si suol dire… dobbiamo prima vedere il morto e poi fare notizia.